Personaggi noti, ormai parte della memoria collettiva oppure sconosciuti, dimenticati, sempre disperati, segnati dalla malattia mentale, che hanno in comune l'esperienza dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa, altrimenti detto "manicomio criminale".
La contessa Pia Bellentani, che uccise l'amante a sangue freddo durante una serata mondana nella sua villa sul lago di Como.
Leonarda Cianciulli, nota come la "saponificatrice di Correggio".
Il "mostro di Posillipo", Andrea Rea.
E ancora, il serial killer Giancarlo Giudice, che tra il 1982 e il 1983 uccise a martellate otto prostitute .
I "fratelli di sangue" Bartolomeo Gagliano e Francesco Sedda.
Lo psichiatra folle Arturo Geoffroy.
Il tempo nell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa rappresenta un altrove difficilmente identificabile. In questo altrove - del tempo e non dello spazio - agisce una schiera di esseri umani con vari ruoli gerarchicamente distribuiti che si aggira, aspetta, si ricorda, ride e qualche volta piange, spesso si lamenta, a volte si arrabbia e poi ricomincia da capo.
Ventuno storie, divise in tre capitoli: Le tragedie, I delitti, Vite brevi.
Prefazione di Massimo Picozzi.
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