Il saggio ripercorre i "delitti della Dolce Vita" - quelli di Christa Wanninger e Farouk Chourbagi - avvalendosi della possibilità che hanno avuto gli autori di esaminare i fascicoli originali delle due inchieste − e dei processi che ne seguirono − e che nessun altro aveva potuto consultare prima di oggi.
1963. Un grido scuote un palazzo di via Emilia. La portinaia che sale a vedere incontra per le scale l’assassino e ci parla. Sul pianerottolo trova una giovane tedesca, Christa Wanninger, venuta a Roma a cercare una fortuna non ancora trovata e finita in un lago di sangue.
1964. Bebawi è un delitto che fa epoca. Un facoltoso industriale egiziano, giovane e affascinante, Farouk Chourbagi, viene trovato assassinato e sfigurato nel suo ufficio di via Lazio. La polizia sospetta dell'amante della vittima, l'affascinante e sofisticata Claire Bebawi, e di suo marito Youssef, un ricco commerciante di cotone.
In entrambi casi le vittime sono straniere: come a voler provare lo spessore internazionale che via Veneto aveva assunto durante la Dolce Vita. La Morte, come si scopre leggendo il libro, è riuscita a spezzare la spensieratezza di quegli anni. Almeno finché la notizia rimase in prima pagina.
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