Nel saggio si parla di cronache nera al femminile, da Maria Oggioni Tiepolo a Maria Dolfi passando da Leonarda "la saponificatrice" Cianciulli e Rina Fort, Pia Bellentani e Doretta Graneris, Franca Bauso e Grazia Fichera, Rosalia Quartararo e Milena Quaglini. Fino ad arrivare a Gigliola Guerinoni, Maria Luigia Redoli ed Erika De Nardo.
Donne cattive, nel corso di un secolo tutto italiano.
Storie sempre efferate, ma con le protagoniste spesso sorprese dai loro stessi delitti.
Donne mai del tutto vittime, mai solo carnefici, sempre protette o colpite tra le mura familiari, comunque marcando una fisiologica differenza dai casi analoghi firmati da truculente mani maschili.
E allora la violenza o l’incomprensione dei genitori, la povertà e i sogni di agiatezza, gli amori forti come tempeste e le squallide disillusioni, le aspirazioni e le frustrazioni nella provincia profonda.
Oppure il calcolo e l’interesse, il ricatto e la maledizione, la voglia di protagonismo e quella di evadere, il gioco perverso, l’infatuazione politica, il satanismo.
Pericolosi equilibri psicologici, fluidi da non comprimere eccessivamente, ma che dirompono con poco rumore, col veleno o col coltello. Oppure con un colpo secco, uno, di pistola.
E tuttavia spesso si manifestano poi con le lacrime, col pentimento, con il ritiro nell’ombra.
Storie che l’autrice, giornalista di cronaca nera fiorentina per l’Ansa e per Metropoli Day, affronta con delicatezza, con la voglia di ricostruire i fatti e di narrare e uscire per una volta fuori, questa volta nella maniera giusta, dalla cronaca strillata o da una quotidianità spesso troppo angusta.
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